Scrivere una nuova storia sessuale è possibile. Hai iniziato a esplorare le storie che precedono la tua guarigione sessuale e ora esamineremo cosa significa prepararsi per un nuovo e bellissimo futuro sessuale. Non basta dire di no; non è sufficiente identificare le proprie ferite; non basta guardare al danno fatto o subito. Dobbiamo tornare alla questione centrale del desiderio. Che cosa vuoi veramente? Credi che il sesso sia qualcosa che potrebbe fare da ponte tra la terra e il paradiso invece che tra la terra e l’inferno? Queste stesse domande ci mettono alle strette con la questione della fede. Crediamo davvero che Dio (il donatore di tutta la vita, della bellezza e del desiderio) sia veramente e radicalmente impegnato a procurarci ciò che il nostro cuore desidera di più?
Io lo credo: Dio è profondamente interessato alla nostra gioia. Ha rinunciato al suo unico Figlio per prendere quell’impegno, e questo mi induce a credere che nessun fallimento da parte mia mi separerà mai da quella promessa. Per portarci gioia, Dio si mette al nostro fianco per guarire i danni che abbiamo ricevuto: io ne sono convinto.
Guarire i danni
Se tu subissi un incidente automobilistico e ti rompessi il braccio, ci sarebbe un protocollo da seguire. Andresti in ospedale per farti ricomporre la frattura e ingessare il braccio e rimarresti in contatto con il tuo medico e alcune compagnie di assicurazione nei mesi successivi. La tua auto sarebbe portata dal carroattrezzi in una carrozzeria. Uno dei problemi quando si tratta di affrontare il problema delle storture sessuali è che non adottiamo delle misure pratiche per gestire il “rottame”. La guarigione però arriverà solo nella misura in cui tu valuterai anche i dettagli del danno che anni di comportamento sessuale indesiderato hanno causato. Il dolore emotivo è più difficile da scorgere di una lesione fisica, ma il processo di ripristino non è poi così diverso.
La guarigione sessuale coinvolge quattro dimensioni: riappropriarsi del proprio corpo, abbandonare il peccato sessuale, perdonare sé stessi e gli altri e affrontare nel giusto modo le maledizioni e i legami dell’anima.
- Riappropriati del tuo corpo. Il proprietario del tuo corpo sei tu e hai autorità di decidere a che tipo di attività esso può prende- re parte. Intendo dire il tuo comportamento sessuale, ma anche i pensieri che hai sul tuo corpo. Probabilmente ci sono delle parti del tuo corpo che hai maledetto. Molte persone con cui lavoro hanno maledetto il loro naso, il loro corpo magro oppure grasso, il loro seno, le stempiature, il loro pene o la loro vagina. Quando ci esercitiamo a essere gentili con il nostro corpo, non sopportiamo più il comportamento sbagliato a cui esso partecipa.
- Scegliere una figura guida o un terapista saggio ti aiuterà a ripercorrere le storie che hanno distorto la relazione d’amore con il tuo corpo. Strada facendo, rammenta costantemente a te stesso la bellezza che il tuo corpo ha ricevuto in quanto portatore dell’immagine di Dio e suo figlio o figlia. Può essere utile recitare alcune frasi ogni giorno o nei momenti di tentazione, come “Il Signore è a favore del mio corpo, e il mio corpo è a favore del Signore” e “Io sono un figlio di Dio”.
- Lascia il peccato sessuale. Lasciare il peccato significa cacciare via gli elementi abusivi che non hanno posto nel tuo cuore. Questa presa di posizione deriva dalla convinzione che il peccato sessuale non ha posto nella tua vita, ed è una svolta deliberata nella coscienza in direzione di cose improntate a bellezza e integrità. Alcune persone affrontano questo punto in un programma di dodici tappe, in cui si fa un inventario di quanto sia diventata ingestibile la propria vita e si cerca di capire fino a che punto il proprio comportamento abbia fatto del male agli altri. Lo scopo di questo processo è farti comprendere quanto sia pervasiva la tua lotta. L’enunciazione dei dati reali procura sempre dolore, ma le evidenze messe nero su bianco preparano il tuo cuore a dire di no al tuo precedente modo di vivere e a dire di sì a tutto ciò che Dio potrebbe voler realizzare in te.
- Perdona te stesso e gli altri. Il perdono non è un evento una tantum, bensì un processo continuo in cui ricordiamo delle cose, proviamo delle sensazioni e consegniamo la nostra vergogna, il nostro dolore e la nostra rabbia a Dio. Soltanto quando valuterai il danno conoscerai la portata di ciò che il perdono intende coprire. La mia amica Becky si è espressa così: “Il perdono è come una pala; penetra solo fino a dove il terreno lo permette”.1 Quando infiliamo la pala nel suolo per la prima volta, spesso riconosciamo non solo l’ostilità nei nostri confronti, ma anche quanta ostilità abbiamo noi nei confronti di coloro che ci hanno ferito. Pertanto, la domanda iniziale più importante relativa al perdono di sé e degli altri è questa: “Quanta violenza, amarezza e vergogna voglio conservare nel mio cuore?”. Il dolore e la vulnerabilità sono il modo in cui passiamo l’aratro nel terreno della nostra storia.
- Poni fine alle eredità generazionali e ai legami dell’anima. Esplorando la tua storia, probabilmente avrai riconosciuto che il comportamento sessuale indesiderato aveva una componente derivante dalla famiglia. Forse una madre o un padre che facevano essi stessi uso di pornografia, degli abusi sessuali nel corso delle generazioni o altri familiari che avevano una dipendenza da droghe o alcol. Scrivi quello che sai o che riesci a mettere insieme. Condividi e rifletti su quei dati con un amico o un consulente fidato. Quando i miei clienti vedono che il problema della sessualità incrinata esiste da tempo nella loro famiglia, trovano una maggiore motivazione a lasciare un’eredità diversa per i propri figli.
Quando una persona detiene un potere erotico sulla tua anima e sul tuo corpo oppure riesce a fartene vergognare, si sviluppa un legame dell’anima. Forse si tratta di un amante del passato, di qualcuno che aveva abusato di te, di un parente, di un/una collega o di un attore/attrice nell’industria del sesso. È qualcuno a cui la tua anima rimane legata in fantasie impure oppure nel rimorso. Il fine dell’esplorazione di questi le- gami dell’anima è esaminare in che modo degli individui particolari ti tengono prigioniero nelle fantasie sessuali, nell’odio o nella vergogna.
L’apostolo Paolo affrontò la questione dei legami dell’anima: il contesto del suo scritto si riferisce agli uomini della città di Corinto che avevano rapporti sessuali con le prostitute del tempio. Quegli uomini, come molti di noi, minimizzavano moltissimo il modo in cui il proprio comportamento sessuale stava influenzando la loro anima e il loro corpo. Paolo insistette sul fatto che unire i nostri corpi sessualmente con qualcuno è anche un’unione spirituale e dell’anima.
In un mondo di estrema disponibilità sessuale, di abuso e promiscuità, è quasi impossibile attraversare la vita senza sviluppare un legame dell’anima con un altro essere umano. Nella nostra epoca si tende a minimizzare il modo in cui il nostro comportamento sessuale passato ha influenzato la nostra anima e il nostro corpo. L’apostolo Paolo affermò che questa separazione non è soltanto falsa, ma anche profondamente distruttiva. L’impegno a scrivere una nuova storia sessuale inizia prestando attenzione al “rumore” erotico e psicologico nella tua mente. Forse ci sono delle persone, delle scene e delle fantasie contro le quali è necessario pregare e che devono essere abbandonate per poter andare avanti verso la prosperità sessuale. Prendi in considerazione l’idea di affrontare tali questioni con un terapeuta, un amico fidato o un pastore che capisca anche la sua propria fragilità in quegli ambiti.
Autore: Jay Stringer (ha scritto il libro Indesiderati)