La scena in Luca 15:20 è incredibile. Mesi prima, il figliol prodigo aveva profondamente ferito suo padre, augurandogli la morte, quando gli chiese la sua parte di eredità. Poi prese i soldi e li sperperò, vivendo dissolutamente.
Se fossi stato il figliol prodigo, avrei percorso la strada di ritorno carico di vergogna e con la paura di essere rifiutato. Avrei immaginato braccia incrociate, uno sguardo severo e una serie di richieste da soddisfare, per ripristinare il rapporto. Mio padre avrebbe saputo che avevo fatto sesso con le prostitute, usando i suoi soldi e che avevo calpestato i valori morali che mi aveva inculcato. Non sarebbe stato possibile guardarlo negli occhi.
Mettiti nei panni del figlio prodigo e poi immagina Dio Padre, rappresentato in questa parabola, correre verso di te, abbracciandoti e baciandoti. Non sono cose che ti saresti mai aspettato. Lui non ti fa la predica, non ti guarda severamente. Non menziona nemmeno i tuoi peccati passati. Dopo avergli ripetuto a bassa voce le tue sincere scuse, Egli ti sorride e poi ordina ai Suoi servi di organizzare una grande festa in tuo onore.
I Suoi servi ti circondano, offrendoti la migliore veste della casa, un anello e dei nuovi sandali. Riesci a vederti in una scena del genere? Lascia che la tua mente la immagini per un momento. Gioia, sorrisi e festa, il Santo Creatore dell’universo lo ha preparato esclusivamente per te!
Quando un padre corre, abbraccia e bacia suo figlio (o sua figlia), lo fa per un solo motivo: l’amore del padre per suo figlio è fuori dal comune – intenso e passionale. Quando penso a Dio, spesso immagino la maestosa, stupefacente gloria della Sua presenza. Non riesco ad avvicinarmi al Suo trono, perché è troppo santo per poterlo guardare. Cercare di immaginare che il Suo amore per me sia altrettanto potente, non è qualcosa a cui sono abituato.
È più facile nascondermi dietro ai miei errori che credere di avere un Padre Celeste che mi ama appassionatamente.
Se consideriamo che Dio Padre è stato disposto ad arrivare al punto di mandare Gesù, per essere ucciso per noi, non c’è dubbio che il Suo sia “un grande amore” (Efesini 2:4), che supera di gran lunga la nostra limitata comprensione.
Tutto ciò che il figliol prodigo doveva fare per ristabilire il rapporto con suo padre, era abbandonare “il paese straniero” e tornare a casa. Il padre non gli ha permesso di supplicarlo. Non appena suo figlio confessò il suo peccato, il padre lo interruppe, prima che si offrisse di fare il lavoro del servo e diede istruzioni per dar inizio ad una festa sontuosa.
Gesù disse: “V’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede” (Luca 15:10).
Quando il Cielo festeggia, deve essere fantastico.
Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)