In questa sezione del Cammino cambierò la metafora, descrivendo la mia vita come un viaggio in mare invece che un viaggio a terra. Questa fase consiste in un lungo sguardo verso l’indietro – non per scopi di auto-giustificazione o autocommiserazione, ma per una sobria autovalutazione. Se altererò la direzione della mia vita in una qualche maniera permanente, devo prima riconoscere che non sono arrivato nella posizione presente come una pedina del destino o una vittima indifesa di forze malevole. È vero, ovviamente, che grandi forze sono all’opera nel mondo, e ho certamente incontrato molte circostanze oltre il mio controllo. La mia piccola nave ha sempre combattuto contro onde, correnti, venti, maree, e anche occasionali uragani. In tutto quel tempo, comunque, sono stato al timone della mia nave, anticipando e rispondendo, agendo o fallendo nell’agire. Ho tracciato e riprogrammato la mia rotta, rappezzando la mia imbarcazione e salpando con poca considerazione della realtà ultima. Ora, finalmente, il tempo è arrivato per me di ricostruire quel lungo viaggio e calcolarne il suo costo.
In questa fase, imparo a raccontare la mia storia in un nuovo modo. Sono sempre stato un narratore. Fin da quando ne ho ricordo, mi sono consolato e ho intrattenuto altri con storie della mia vita. Come i film della settimana in televisione, la maggior parte delle mie storie sono “racconti fittizi di eventi reali,” libri commerciali dove appaio come l’avventuriero intrepido, il genio non apprezzato, l’amante respinto, o l’eroe tragico. Mi piacciono immensamente queste storie e voglio credere disperatamente che siano vere, ma non lo sono. Non propriamente. E quando provo a vivere la mia vita come se queste storie fossero vere, queste distorsioni si dimostrano distruttive.
Ora è il momento di mettere le cose in chiaro. Inizio ritrovando la mia posizione. Dove sono ora? Non è una domanda facile a cui rispondere, e ho risposto malamente a questa domanda per anni. La mia abitudine è stata di fare giudizi affrettati, dichiarando di “stare bene” o di “stare male”, concentrandomi solo su ciò che rende il posto in cui sono buono o no. Ma la verità è più complessa e meravigliosa. Ci sono elementi di questi posti che sono buoni, e ci sono altri elementi che Dio ha promesso di usare a fin di bene anche se sono terribili. E non sono da solo. Sia che io sia fuggito nelle parti più remote del mare, sia che io sia sceso nel soggiorno dei morti, Dio mi ha seguito.
Autore: Nate Larkin (tratto dal suo libro “Sansone e i monaci pirati”)