Il mondo fa tutto il possibile per soffocare la nostra relazione con Dio. “Se te la senti di farlo, fallo pure”, “ti meriti una pausa”, sono delle frasi che si ascoltano ogni giorno. È stata questa filosofia a metterci nei guai con il peccato sessuale, e ciò può complicare anche altre aree della nostra vita. La gola è parente del peccato sessuale, assecondare la carne con cibi spazzatura, significa distruggere il proprio corpo. Più del 60% degli americani è in sovrappeso e le malattie cardiache sono il killer numero uno di questa popolazione; il piacere di mangiare sta accorciando molte delle loro esistenze.
Abbiamo un ritmo di vita troppo veloce. Stiamo pagando un prezzo elevato per mantenere un tenore che non possiamo permetterci. Il mio vicino di casa aveva una vita molto stressante: per andare al lavoro doveva percorrere due ore all’andata e altre due al ritorno, ogni giorno, imbottigliato nel traffico. È morto d’infarto quando aveva solo quarant’anni.
Siamo circondati di giocattoli elettronici “indispensabili”. Ormai non ci si stupisce più nel vedere una famiglia seduta insieme, con le teste piegate sui loro cellulari. Non ci si meraviglia se la famiglia sta morendo: non si usa più parlare.
Le cose che ci piacciono, le nostre paure e lo stress, ci circondano di ansia e preoccupazione. Non c’è da stupirsi che i farmaci che curano l’ansia siano un grande business.
Gli uomini d’affari permettono alla propria azienda di governare la loro vita. Così come fa anche chi gestisce un ministero. La disponibilità verso i clienti è 24 ore su 24. Quando finirà tutto questo?
Il piacere può diventare un morbido colletto che stringe il tuo collo e ti può soffocare. Se trascorriamo tante ore davanti alla TV, se ci dedichiamo ai videogiochi, agli hobby, o ad altre attività, sarà facile lasciarsi coinvolgere, diventando cristiani tiepidi.
Poi c’è anche la chiesa. Ho frequentato una chiesa in cui il messaggio era di “darsi da fare per Dio”; inoltre ho sentito altri cristiani dire che dovremmo “fare di tutto, tranne peccare, per essere coinvolti nel ministero”. Le opere fatte nella carne possono farci stare bene, ma alla fine ci spingono verso l’esaurimento.
Tutto questo ci appesantisce e soffoca la cosa più importante della nostra vita: il nostro rapporto con Dio. Il Signore è la fonte della vita, della guarigione, della saggezza e dell’amore. Egli ci libera dalle catene del peccato e ci aiuta ad amare gli altri. Lui è il nostro insegnante e consigliere, il nostro Creatore.
Per vivere una vita libera bisogna prendere decisioni su ciò che è più importante, seguito da un’azione. La nostra prima priorità dovrebbe essere quella di stabilire un tempo per incontrarci con Dio ogni giorno, per conoscere la Sua volontà, per cercarlo e per ascoltare cosa ci dice attraverso la Sua Parola.
“Senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15: 5b). Questo include il ministero, creare una famiglia, vincere il peccato, amare il coniuge, gli altri e vivere nell’umiltà. Dobbiamo rivolgere la nostra totale attenzione su Dio; tutto ciò che soffoca la relazione con Lui deve essere riportato al secondo posto. Alcune distrazioni vanno eliminate, se sono diventate ingombranti nelle nostre vite.
Chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto…
Giovanni 15: 5a
Se dimorare in Lui sarà il tuo obiettivo principale Dio porterà frutto al Suo tempo.
Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)