Sintonizzazione e Contenimento

Sintonizzazione e Contenimento

Immagina di essere il genitore di un ragazzo di dodici anni. Ti dice che c’è un pigiama party a casa del suo amico Brady e che vorrebbe partecipare. Essendo un genitore, chiederai maggiori dettagli. “Chi parteciperà? Saranno a casa i genitori di Brady?”. Tuo figlio distoglie lo sguardo, sapendo che la sua richiesta è già condannata a non essere esaudita, e risponde: “Non credo. Ma che importanza ha?”.

Il tuo radar di genitore emette un segnale acustico, avvisandoti che quegli amici probabilmente hanno intenzione di fare ben altro che divertirsi con i videogiochi. A questo punto, è probabile che tu ti senta lacerato. Rifletti per un momento sul dilemma: Dei ragazzi che fanno la seconda media senza un adulto che li controlli? Non ci posso pensare! I genitori di Brady ne sono a conoscenza?

Allo stesso tempo, ti viene in mente che tuo figlio ha avuto un anno scolastico molto difficile, e anche problemi a gestire le amicizie. Ricordi quel barlume di gioia sul suo viso quando ti ha detto che era stato invitato a una festa, cosa che stava aspettando da un anno. Questa situazione richiede che un genitore metta in atto sia la sintonizzazione che il contenimento.

Ora immagina di ricevere una chiamata da un amico: ti racconta al- cune delle difficoltà che sta affrontando nelle sue relazioni sentimentali e sul lavoro. Negli ultimi sei mesi è la terza volta che ascolti una versione di questa storia. Vorresti essere empatico, ma inizi a sentirti vuoto e sempre più irritato. Gli hai dedicato tempo, gli hai offerto dei suggerimenti affinché trovasse un terapista e un coach, ti sei offerto di incontrarvi per bere un caffè insieme, ma è chiaro che il tuo amico ce la sta mettendo tutta per ricreare sempre gli stessi problemi. Poi, quando non ne può più, viene a sfogarsi con te. Nei suoi confronti ti senti freddo, ma al tempo stesso vorresti vedere la soluzione di quei problemi nella sua vita, quanto meno per non doverlo mai più sentire lamentarsi.

Le relazioni interpersonali ci insegnano un principio: non esistono soluzioni semplici o facili. Eppure, la maggior parte di noi tende a non affrontare con rispetto e onestà i legami relazionali. Di solito continuiamo ad ascoltare con le orecchie, ma chiudiamo il nostro cuore e la nostra ani- ma. Oppure ci dileguiamo e facciamo finta di essere occupati.

Nel libro di Dan Allender How Children Raise Parents, l’autore ha notato che ogni bambino si pone almeno due domande fondamentali: (1) Sono oggetto di amore? e (2) Posso fare a modo mio?2 Anche da adulti continuiamo a porci delle domande assai simili. Il ruolo della sintonizzazione nelle relazioni interpersonali consiste nel dire agli altri: “Sì, ti voglio bene”. Invece il ruolo del contenimento è farci maturare comunicando alle persone “Da me non otterrai sempre tutto ciò che vuoi. Anch’io ho i miei limiti, le mie esigenze e anche le mie osservazioni da fare”.

Il compito principale della sintonizzazione è riconoscere il volto e la storia della persona che ti sta di fronte con gentilezza e curiosità. Tra i compiti principali del contenimento c’è la creazione di confini. I confini sono importanti perché quando non abbiamo la sensazione di poter dire di no agli altri, non possiamo neppure pronunciare un sì significativo. Nelle relazioni interpersonali, la sintonizzazione senza contenimento diventa sempre una sorta di accomodamento, mentre invece il contenimento senza sintonizzazione diventa una forma di dogmatismo.

Immagina di essere il genitore del dodicenne che è stato invitata alla festa. La sintonizzazione ti consente di partecipare alla gioia di tuo figlio per l’invito che ha ricevuto. Il contenimento potrebbe invece indurti a dire di no alla sua richiesta di dormire a casa di un suo amico con altri senza la supervisione di un adulto. Nell’esempio dell’amico che sperimenta continuamente difficoltà nelle relazioni sentimentali e in ambito lavorativo, la sintonizzazione ti consente di sentire il dolore nella voce del tuo amico e di fargli sapere quanto tieni a lui. Però il contenimento ti permette di dire qualcosa del tipo: “Sono disposto a continuare a parlarne, ma soltanto se esaminiamo anche il motivo per cui queste dinamiche si verificano in modo così costante nella tua vita. Ci tengo alla nostra amicizia e non voglio che si riduca a delle sessioni di sfogo da parte tua”. Quando percepisci che la sintonizzazione si contrappone al contenimento devi usare un po’ di creatività. Nel caso sopra citato, il genitore potrebbe sintonizzarsi sull’entusiasmo e sul significato del desiderio del proprio figlio, ma anche dire di no, aggiungendo però la proposta di fare un pigiama party a casa loro oppure di portare lui e il suo amico al cinema. Allo stesso modo, la richiesta di un rapporto sessuale con il tuo coniuge potrebbe essere accolta con un secco “no” oppure dalla frase “Guarda, si è fatto tardi”. Qui, la sintonizzazione è necessaria non soltanto per il tuo coniuge ma anche per te stesso. Il dialogo interiore forse ti dice speravo davvero in un momento di intimità con mia moglie, ma vedo che è stanchissima. Il mio desiderio di sesso è buono [auto-sintonizzazione], e invece di cercare della pornografia quando lei è andata a letto, posso rilassarmi insieme a lei e chiederle di parlarmi dei fatti più estenuanti della sua giornata [autocontrollo e sintonizzazione centrata sull’altro]. Al mattino riprenderò la conversazione sull’intimità sessuale e così troveremo un momento che funziona meglio per stare insieme. Ogni dilemma relazionale che incontriamo è un luogo in cui possiamo esercitarci ad armonizzare la sintonizzazione e il contenimento.

Autore: Jay Stringer (ha scritto il libro Indesiderati)