Cosa ti viene in mente quando senti le parole: “Leggi la Bibbia e prega?”. Un cliché sbrigativo offerto da qualcuno che non ha avuto il tempo di capire la tua situazione? Sentiamo dire spesso questa frase negli ambienti cristiani, ma comprendiamo la potenza che c’è dietro?
La Parola di Dio considera la preghiera l’elemento chiave della guarigione, del restauro e della vittoria. In 2 Cronache 7:14, la ricetta di Dio per restaurare una nazione sviata include l’umiltà, la preghiera, la ricerca di Dio ed il pentimento. Dopo che i tre amici di Giobbe furono rimproverati di averlo accusato ingiustamente, Dio disse loro di offrire sacrifici e chiedere a Giobbe di pregare per loro (Giobbe 42:8). Le risposte alle preghiere di Elia includevano una siccità di tre anni, un fuoco dal cielo e un ragazzo risuscitato dalla morte. Quando i discepoli si trovarono di fronte ad un certo tipo di demone che non potevano scacciare, Gesù insegnò loro che sarebbero stati in grado di vincere il maligno attraverso la preghiera ed il digiuno (Matteo 7:21).
“La preghiera del giusto ha una grande efficacia” (Giacomo 5:16). Quando preghiamo, comunichiamo con il Dio vivente e con tutta la Sua saggezza, gloria, potenza e amore. E’ questa connessione generata dalla fede nel Signore e quello che Lui stesso rappresenta, che infonde alla preghiera una grande potenza.
Forse è per questo che la battaglia spirituale è così feroce quando ci mettiamo a pregare. Avete mai notato come abbondano le distrazioni quando preghiamo? Tanti pensieri occupano la nostra mente, i bambini urlano o il telefono squilla. E il nemico lancia le sue frecce: “Dio non ti ha liberato dalla pornografia, a cosa ti serve la preghiera? Hai provato prima a pregare e la preghiera non ti ha impedito di cadere nel peccato. Dio non ti ha risposto prima e non lo farà nemmeno ora”.
Il fatto che il nemico ci attacchi proprio mentre preghiamo ci dimostra che la preghiera è un’arma potente. Per vincere bisogna saper usare la preghiera in modo efficace e coerente alla battaglia.
Prima del suo arresto Gesù sapeva che sarebbe stato fortemente tentato dal diavolo ad abbandonare la croce. Lui invece ci consiglia di vegliare e pregare (Matteo 26:41) per non diventare preda del peccato. Ciò significa che dobbiamo pregare prima di essere tentati, durante la tentazione e dopo che la battaglia con essa è finita.
Preghiamo preventivamente perché saremo sicuramente tentati e abbiamo bisogno che Dio bombardi in anticipo il nemico con un attacco d’artiglieria pesante (Salmi 35, 140). Inoltre abbiamo bisogno che Lui rinforzi la nostra determinazione ad essere saldi, poiché la nostra carne potrebbe facilmente cedere quand’è sotto attacco (Romani 7, Efesini 6). Inoltre abbiamo un gran bisogno della Sua saggezza (Giacomo 1: 5). Ogni mattina, dobbiamo chiederGli di tenere il male lontano da noi, liberarci da ogni tentazione e combattere per noi.
Quando siamo colpiti dalla tentazione, preghiamo per avere la Sua guida e la Sua forza. “Signore, devo andare a fare una passeggiata? Devo fare questa chiamata? Devo spegnere il computer prima che mi venga la voglia di visitare un sito web e quale link mi si presenta davanti agli occhi?”. Non dobbiamo mai smettere di pregare fino a quando la battaglia non sarà finita. Troppo spesso inviamo una sola fiammata di preghiera senza metterci il cuore e dopo che l’assalto si intensifica, cediamo alla tentazione. Per avere la vittoria dobbiamo perseverare nella preghiera finché non vediamo che l’altra parte si ritira. Se serve, possiamo telefonare ad un fratello e chiedere di pregare con noi. La preghiera diventa potente quando pregano in tanti (Matteo 18:20).
Quando finisce l’attacco, non dobbiamo abbassare la guardia. Lodiamo e ringraziamo Dio per la vittoria, cercando di essere “sobri e vigili” (1 Pietro 5: 8), rifiutando di dare al nemico l’opportunità di portarci verso il peccato.
Autore: Mike Genung (articolo tratto dal libro “100 Giorni di Cammino Verso la Grazia“)