Filippesi 2:3 è l’opposto di tutto ciò che rappresenta la dipendenza dal sesso. Mentre la lussuria dice di concentrarmi su me stesso, sui miei desideri e bisogni, questo versetto mi insegna a mettere gli altri al primo posto.
Ci sono stati dei momenti in cui ero stanco di pensare, di parlare e di concentrarmi solo su di me. Il giorno in cui diventiamo così saturi di noi stessi, che capiamo di essere emotivamente malati, siamo sulla via della guarigione, perché arriviamo al punto in cui possiamo abbattere il fragile idolo dell’Io.
Hai mai notato quanto sia difficile assecondare noi stessi? Avere qualcosa che desideriamo non ci rende felice a lungo; presto avremmo bisogno di un altro diversivo, o piacere, per sostituirlo. Quando invece aiutiamo qualcuno, senza cercare ringraziamenti, o qualcosa in cambio, proviamo un piacevole senso di appagamento e gratitudine.
Se vuoi raggiungere questo tipo di felicità, concentrati su come aiutare, servire ed amare gli altri.
Di recente io e Michelle siamo andati a Seattle, ed ero così felice nel vederla divertirsi ad andare nei posti che le piacevano. Con il sesso è più o meno la stessa cosa. Una volta ero concentrato su ciò che volevo io e non su quello che voleva lei, ora provo un grande piacere nel soddisfarla.
Dio ci spinge ad aiutare gli altri per una ragione.
Quando ci occupiamo di noi stessi, ci sentiamo infelici. Ma quando diamo agli altri il nostro affetto, arriva la benedizione. Quando riversiamo su di loro una parte della grazia che Dio ci ha elargito, in cambio ci viene donato di più. Concentrandoci sugli altri, scopriamo il vantaggio di morire a noi stessi e vivere in umiltà.
Una parte del processo di recupero consiste nel distogliere l’attenzione su noi stessi, concentrandosi sugli altri. Iniziamo dai nostri cari, in particolare da nostra moglie. Impegnati a farla sentire amata, apprezzata, incoraggiata, edificata e compresa. Non avere fretta, prenditi del tempo per ascoltarla, anche se ciò che ti dirà non ti interessa.
Alcuni uomini pensano che comprare gioielli costosi per la moglie aiuti a tenere in piedi il matrimonio, ma non è questo il cuore di Filippesi 2:3. Se sono veramente interessato agli altri, considerandoli più importanti di me, allora devo conoscere le situazioni difficili che stanno passando e mi devo impegnare ad aiutarli. Devo considerare importanti i loro bisogni. Solo così riuscirò a renderli felici. Facendo questo sarò più motivato a fare delle piccole cose che possono illuminare le loro giornate, come ad esempio: inviare un semplice messaggio con la scritta “Ti amo”, o fare qualcos’altro che a loro piace, invece di scegliere di appagare me stesso.
Comportiamoci dunque in questo modo prima con i nostri figli e poi con gli altri. Questo modello deve diventare il nostro modo di vivere se veramente vogliamo spezzare le catene dell’Io ed avere una vita appagata, felice e piena.
L’Io non muore facilmente, ecco perché dobbiamo metterci ogni giorno davanti al trono della grazia. Per farlo morire avremo sempre bisogno dell’amore, del potere e della determinazione dello Spirito Santo.
Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)