La vergogna che senti dopo un’abbuffata di pornografia è umiliante. Ricordo di essermi sentito spiritualmente impuro, come se la mia anima fosse sporcata di un liquame viscido e puzzolente. Anche se nessuno sapeva niente, mi sono sempre sentito imbarazzato, umiliato e inutile. La parola “ipocrita” mi perseguitava. Volevo nascondermi, coprirmi, per evitare che qualcuno scoprisse chi fossi veramente. Se qualcuno avesse saputo la verità, sicuramente mi avrebbe voltato le spalle. Ma nascondermi non ha fatto altro che intensificare il ciclo di abbuffata – miseria – abbuffata, spalmandomi addosso più vergogna rispetto a prima.
Immagina questa scena: hai appena finito di abbuffarti con del materiale pornografico, o hai appena commesso adulterio. Senti di essere una persona orribile; la vergogna è diventata la tua ombra. Ti convinci che sei un cristiano patetico, che Dio non potrebbe mai amarti, almeno fino a quando non ti sarai dato una “ripulita”. Improvvisamente, nella tua mente, si formano tre parole: “Amato dal Signore”.
Ti chiedi: “Da dove proviene questa voce?”. “Sto forse delirando?”.
Le parole “Amato dal Signore” si formano di nuovo nella tua mente e le senti ancora per la terza volta. Ti chiedi: “Il diavolo mi sta prendendo in giro?”. “Dovrei sentire termini che mi convincono del mio peccato, non questi”. Parole del genere non potrebbero mai essere pronunciate da Dio dopo che un uomo ha peccato così miserabilmente e vergognosamente, giusto?
Ora leggi la storia in Giovanni 8 sulla donna che fu trascinata davanti a Gesù dopo aver commesso adulterio. Guarda cosa le dice Gesù nel versetto 11: “Neppure io ti condanno. Va’ e non peccare più”.
Come è possibile?!? Gesù non dovrebbe bruciarla per aver commesso un così grave peccato, specie se, secondo le leggi dell’Antico Testamento, doveva essere messa a morte?
Credo che Gesù abbia guardato nel profondo del cuore di questa donna, trovando un dolore vero e sincero pentimento (2 Corinzi 7:10), unito al desiderio di ravvedimento e restaurazione. Credo che la donna sapesse chi aveva davanti; si evidenzia infatti nel momento in cui lei lo chiama “Signore”, nel versetto 11.
In questo contesto Gesù sin da subito la accettò, la perdonò e le espresse amore. Fu l’accettazione di questo pacchetto di grazia che le diede la forza di liberarsi dalla vergogna ed obbedire al comando di “non peccare più”. Poiché Dio non ci comanda di fare qualcosa lasciandoci senza il Suo aiuto e la Sua forza (Filippesi 4:13); l’accettazione della Sua grazia traboccante è di fondamentale importanza.
Quando siamo spezzati per via del nostro peccato, nulla purifica la vergogna come Gesù, che ci dice: “Ti accetto nonostante il tuo fallimento. Ti amo”. Potrebbe farlo attraverso lo Spirito Santo, o attraverso un amico fidato. Ciò che dobbiamo fare è confessare il nostro peccato a qualcuno e poi ricevere il Suo dono. Alcuni dei momenti più intimi che ho avuto con Dio sono stati proprio quelli immediatamente successivi ad un accadimento, dove avevo rovinato tutto.
Per convincerti che Dio disse le parole “Amato dal Signore” ad un uomo, subito dopo una caduta, ti racconto un episodio personale: lo disse a me dopo essermi masturbato davanti alla pornografia, alcuni anni fa. All’epoca non gli attribuii troppo peso, non credevo che mi avrebbe detto una cosa del genere, subito dopo aver deliberatamente scelto di peccare.
Leggi di nuovo Giovanni 8. Se la Scrittura afferma che Gesù disse alla donna adultera che non era condannata, allora lo sta dicendo pure a te.
La chiave – quello che non ho capito quando Dio me lo disse quel giorno, dopo aver peccato – è ricevere il Suo dono di grazia.
Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)