Quando permettiamo al peccato sessuale di far parte della nostra vita, facciamo entrare la paura dalla porta principale. Ci preoccupiamo di essere scoperti, rifiutati, temiamo la rabbia del nostro coniuge, il fallimento futuro, abbiamo paura perché i pensieri lussuriosi ormai hanno messo radici nella nostra mente. Temiamo di perdere il controllo e tremiamo al pensiero di ciò che potrebbe succedere quando Dio ci chiama ad abbandonare i nostri peccati. Ci terrorizza il dolore, la rabbia ed il vuoto interiore. Alcuni addirittura temono la perdita della loro salvezza.
La paura ci spinge a prendere decisioni sbagliate che ci tengono incatenate al peccato, separati dai nostri cari, da Dio e lontani da qualsiasi forma di aiuto. Nella maggior parte dei casi la perplessità a condividere le nostre lotte contro il peccato con gli altri, deriva dalla paura di essere rifiutati. Ciò ci porta ad isolarci, mentre la lussuria continua ad avere la meglio sulla nostra vita.
Quando la paura ci governa, la cecità spirituale prende il sopravvento. Invece di “confessare i nostri peccati e chiedere agli altri di pregare per poter essere guariti” (Giacomo 5:16), ci nascondiamo nel buio. Può succedere di dubitare di Dio, quando ci dice che tutti i nostri peccati sono stati perdonati dal sangue di Gesù versato sulla croce; questo perché pensiamo che i nostri peccati sono troppo grandi per avere una tale benedizione. Quando il Signore ci invita ad avvicinarci a Lui, scappiamo per evitare di esporre alla luce della verità i nostri cuori e le nostre emozioni, poiché pensiamo che Lui ci rifiuterà.
Di conseguenza la paura paralizza la nostra fede e quando prende il comando, dubitiamo che Dio possa provvedere ai nostri bisogni come ha promesso, rifiutando di credere che il Signore è potente, sovrano, amorevole e abbastanza saggio da prendersi cura di noi. Questo ha un effetto domino. Se Dio non è chi dice di essere, allora il nostro cristianesimo non è altro che un castello di carta.
Se le viene permesso di regnare per troppo tempo su di noi, la paura genera incredulità con gravi conseguenze. Quando i figli d’Israele rifiutarono di entrare nella Terra Promessa perché temevano i suoi abitanti, Dio li condannò per la loro incredulità (vedi Ebrei 3) e impedì loro l’ingresso. L’incredulità è pericolosa. Continuare a respingere la Parola di Dio significa avere cuori induriti (Ebrei 3:15).
Quando decideremo di abbandonare la paura, Dio ci verrà incontro, lì dove siamo. Dobbiamo solo fare piccoli passi di fede.
La fede non è un sentimento. È la volontà di scegliere di credere a ciò che Dio dice, indipendentemente da ciò che sta accadendo nella nostra vita, o di come ci sentiamo.
“Va bene, Signore, Tu prometti in Proverbi 28:13 che chiunque confessa e abbandona i suoi peccati troverà misericordia. Non so perché devo aprire il mio cuore ad un’altra persona. Tu sai che sono terrorizzato e mi vergogno di parlare delle mie cose intime, ma ho fiducia in Te perché so che mi mostrerai la misericordia di cui ho disperatamente bisogno oggi”.
Col tempo, mentre continuiamo a fidarci di Dio e Gli obbediamo, la paura perderà il suo potere e sboccerà la fede. Mentre aumenta la fiducia in Lui, il nostro cuore si addolcisce e la relazione con il Signore viene ripristinata.
“Senza fede, è impossibile piacergli, perché colui che viene a Dio deve credere che Egli è, e che Egli è la ricompensa di coloro che lo cercano.”
Ebrei 11:6
Autore: Mike Genung (articolo tratto dal libro “100 Giorni di Cammino Verso la Grazia“)