La Bibbia è una storia, una commovente saga di amore e guerra, tragedie e trionfi. Ciò che rende questa storia così attraente, così durevole, è che è vera. I personaggi della Bibbia sono persone vere, e la Bibbia descrive le loro forze e debolezze con un’onestà inflessibile.
Sansone è una figura biblica di rilievo. La sua vita occupa quattro interi capitoli nel libro dei Giudici, e domina ogni scena in cui appare. Le performance di Sansone sono così impressionanti che il lettore medio non si accorge della mancanza di un cast di supporto finché qualcuno non glielo fa notare. Sansone era un uomo a cui non importava avere amici.
Tranne i suoi genitori, la Bibbia ci dà il nome solamente di un’altra persona che si sia mai avvicinata a lui: Dalila.
Sotto quest’aspetto, la vita di Davide era marcatamente diversa, eppure non iniziò in quel modo. Davide era un bambino precoce, così competente e autosufficiente che suo padre lo mandò presto da solo nei campi a fare da guardia al gregge che componeva la fortuna della famiglia. Lì, lontano dai battibecchi dei suoi fratelli, Davide trovò la pace. L’unico suo spettatore era Dio. Sotto un cielo aperto, poteva cantare a pieni polmoni. In una gloriosa solitudine poteva passare ore a colpire dei bersagli senza qualcuno che lo correggesse o ridicolizzasse. Vero, questa vita idilliaca a volte si mostrava monotona, e la noia veniva occasionalmente punteggiata da momenti di puro terrore. Ma Davide crebbe credendo che con l’aiuto di Dio potesse sconfiggere ogni minaccia da solo.
Il mondo di Davide cambiò completamente, comunque, in un giorno particolare – il giorno in cui uccise Golia.
Quello fu il giorno quando Davide fece la sua prima amicizia. Quel giorno incontrò Gionatan.
Fu Gionatan che rese realmente possibile la famosa amicizia. La sua formazione sfidava ogni logica politica. Come figlio più grande dell’attuale re, Gionatan era il legittimo erede al trono. Nessuno l’avrebbe criticato se avesse identificato il giovane e attraente uccisore di giganti come il suo più grande rivale, una minaccia da essere contenuta e neutralizzata. La Bibbia dice che il principe si tolse l’armatura e la cintura (le sue personali difese) e le diede a Davide. Poi prese le sue armi d’attacco, la sua spada e il suo arco – cose con cui Davide poteva ferirlo – e diede pure quelle a Davide. Essendosi reso completamente vulnerabile, Gionatan offrì la sua mano a Davide in amicizia. Formarono un patto quel giorno – un patto che salvò la vita di Davide in più di un’occasione, una promessa che sopravvisse a entrambi.
La sua amicizia con Gionatan impostò un nuovo schema nella vita di Davide. Essendosi fatto un amico, andò avanti facendosene altri cento. “Tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti”, dice la Bibbia, “si radunarono presso di lui ed egli divenne loro capo” (1 Sam. 22:2). I nomi e le descrizioni degli amici di Davide vanno avanti per pagine. Mentre il re Saul, consumato dalla gelosia e dalla paranoia, infuriava contro i suoi consiglieri e faceva andare via da sé stesso i suoi migliori guerrieri, Davide rendeva suo amico il debole e il forte. Alla fine riconobbe come suoi amici uomini le cui imprese militari erano persino più grandi delle sue. Davide si circondò di uccisori di giganti, e imparò ad ascoltarli. Insieme, lui e i suoi amici raggiunsero ciò che nessun uomo da solo avrebbe mai potuto raggiungere.
Quando Sansone cadde, cadde da solo, circondato solamente da nemici. Quando Davide cadde, cadde tra amici. Erano quegli amici, specialmente un coraggioso uomo di Dio di nome Nathan, che rese possibile il recupero di Davide.
Autore: Nate Larkin (tratto dal suo libro “Sansone e i monaci pirati”)