Una profonda comprensione di Dio potrebbe essere la chiave per liberarti dalla tua dipendenza.
Lo diceva anche il predicatore C. H. Spurgeon mentre parlava dei nomi di Dio nel suo sermone:
“O quanto è bello conoscere gli attributi e il carattere di Dio! Conoscere il Suo nome significa sperimentare personalmente le Sue caratteristiche. Lui è un’ancora indispensabile per impedire alla tua anima di andare alla deriva in momenti difficili. Il Signore può nascondere il Suo volto al Suo popolo per un tempo, ma non ha mai abbandonato coloro che Lo cercano “.
In altre parole, più conoscerai Dio più ti fiderai di Lui. Funziona così con le relazioni interpersonali, vero? Perché dunque non interagisci con il nostro Padre celeste come fai con i tuoi amici?
L’errore di mantenere dei segreti
Gran parte del nostro comportamento è dettato da ciò che vediamo. Ciò che penso che gli altri vedano in me condiziona le mie risposte e il mio comportamento riguardo il mondo che mi circonda. Se so che nessuno mi sta guardando, a volte cedo alla tentazione di fare cose in segreto che non farei mai alla luce del sole. Oggi come non mai, abbiamo la possibilità di vivere vite parallele e segrete attraverso i dispositivi digitali. Sono due infatti, le bugie con le quali la pornografia ci persuade di continuare a praticarla:
- Non stai facendo del male a nessuno
- Nessuno lo saprà mai
Quante volte hai usato queste bugie per giustificare le tue azioni? Che succederebbe però se iniziassimo a credere che non importa se qualcuno ci vede, non importa dove siamo, se le luci siano spente e la porta è chiusa? Come sarebbe la vita di tutti noi se iniziassimo a fare l’errore di avere dei segreti? Quali sarebbero le tue scelte quotidiane se sapessi che Dio ti vede comunque?
Un Dio che ci vede veramente
Nel libro di Genesi capitolo 16 troviamo la storia di Abramo ed Agar, la schiava di Sara, moglie di Abramo.
Si tratta di un capitolo complesso e disordinato. Racconta della schiavitù, delle relazioni extraconiugali e dello sfruttamento di una donna e del suo bambino.
Per la cronaca, Abramo e Sara erano sposati e anziani. In Genesi capitolo 12 Dio aveva promesso ad Abramo che sarebbe diventato padre di una grande nazione ma decenni dopo la promessa, si ritrova sposato con una donna anziana e sterile, con la prospettiva di far nascere una grande nazione che sembrava impossibile. E’ così che in un momento di disperazione, Sara permette alla sua schiava Agar di concepire con suo marito un figlio.
Riprendiamo il racconto da quando Agar rimane incinta del figlio di Abramo: “Quando seppe di essere incinta, iniziò a disprezzare la sua padrona. Allora Sarai disse ad Abramo: E’ colpa tua se ora sto soffrendo. Ho messo la mia schiava tra le tue braccia, e ora che sa di essere incinta, mi disprezza. Il Signore sia giudice tra te e me! Abramo rispose a Sarai: “Ecco, la tua schiava è in tuo potere; falle ciò che vuoi”. Sarai la trattò duramente e Agar fuggì da lei. L’angelo del Signore la trovò vicino ad una sorgente d’acqua, nel deserto, sulla via di Sur, e le disse: “Agar, serva di Sarai, da dove vieni, e dove vai?” Lei rispose: “Fuggo dalla presenza di Sarai, la mia padrona”. L’angelo del Signore le disse: “Torna dalla tua padrona e sottomettiti a lei”. L’angelo aggiunse: “Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza e non la si potrà contare, tanto sarà numerosa”.
L’angelo del Signore le disse ancora: “Ecco, tu sei incinta e partorirai un figlio a cui metterai il nome di Ismaele, perché il Signore ti ha udita nella tua afflizione; egli sarà tra gli uomini come un asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la mano di tutti contro di lui; e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli”.
Allora Agar diede al Signore, che le aveva parlato, il nome di Atta-El -Roi, perché disse: “Ho visto Colui che mi vede”. Ecco perché il pozzo fu chiamato Lacai-Roi; esso esiste ancora oggi e si trova tra Cades e Bered. Agar partorì un figlio ad Abramo, e lui gli diede il nome d’ Ismaele. Abramo aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
Agar chiamò Dio, EL ROI, il Dio che mi vede.
Allo sguardo di Dio, che vede tutto non sfugge uno come me. Lui è sempre presente. Non c’è niente che lo sorprende. Capita però che un genitore, anche se molto vigile possa addormentarsi. La Scrittura afferma chiaramente però che Dio non sonnecchia mai, non guarda mai da una parte mentre noi ci dirigiamo in un’altra direzione, non Gli sfugge niente di tutto ciò che succede sulla terra.
La consapevolezza che adoriamo un Dio che ci guarda sempre può far suscitare in noi tante emozioni. Per chi è ferito e disperato come Agar, è straordinario sapere che non c’è nessun posto troppo profondo o situazione troppo difficile che possa fermare il nostro Dio dal raggiungerci. Il Salmo 46:1 ci insegna che Dio è “un aiuto sempre pronto” quando ci troviamo in difficoltà.
Per chi invece ha qualcosa da nascondere, c’è invece la terribile consapevolezza che non esistono segreti davanti a Colui che guarda e conosce ogni respiro della loro vita. Ebrei 4:13 dice: “Non c’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a Lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di Colui al quale dobbiamo rendere conto”.
Dobbiamo quindi lottare contro questa tensione tra compassione e convinzione. E mentre continuiamo a leggere la storia di Agar, notiamo che la risposta di Dio alla situazione difficile di questa serva disperata e sola riguarda sia lei che i suoi padroni. Egli pensa al bene di tutti.
Dio mi offre pace
Quando la vita mi riserva angoscia e sofferenza, il Dio che mi vede mi offre pace.
Se Lui vedeva Agar, allora può vedere anche me. La storia di Agar e di suo figlio Ismaele, è la storia di milioni di persone sfruttate e respinte in tutto il mondo. Forse anche tu ti senti rifiutato. O maltrattato. Hai abbracciato forse i falsi dei della droga, della pornografia o intrapreso delle relazioni sbagliate attraverso le quali cercavi di curare la tua anima ferita? Nessuno di noi è immune alle circostanze della vita. Gesù disse ai suoi seguaci di aspettarsi non soltanto delle difficoltà e problemi ma anche dolore e sofferenza.
Forse ti trovi in una situazione del genere. Ecco cosa ci insegna la lettera ai Filippesi 4:4-7: “Rallegrati sempre nel Signore. Lo dirò di nuovo: Rallegrati! La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù “.
Forse ti stai chiedendo se sei in grado di restare allegro di fronte alle situazioni difficili, a non preoccuparsi di nulla, pregare per tutti i tuoi problemi e essere grato di qualsiasi circostanza che la vita ti riserva”. David Guzik ha detto: “La pace di Dio non è una cosa priva di senso, ma è al di là della nostra capacità di comprenderla e spiegarla a parole, quindi per capirla bisogna sperimentarla”.
La scrittrice Ann Spangler invece scrive: “Se ti senti debole di fronte alle sfide della vita, il modo migliore per diventare forte è migliorare il tuo impegno verso Cristo. Decidi di obbedirGli e di seguirLo con tutto il tuo cuore, tenendo gli occhi fissi su di Lui. Lascia che El-Roi trovi piacere mentre ti guarda e presto noterai che il tuo cuore diventerà più forte e la tua fede più profonda senza che nemmeno te ne accorga. “
Dio mi offre la benedizione
La seconda cosa che la storia di Agar ci insegna è che quando scelgo di essere fedele, il Dio che mi vede mi offre la Sua benedizione.
C’è chi ha paura di un Dio che“lo vede” e la cosa lo può trarre in inganno facendo pensare ad un Dio che brama coglierlo in errore per poi punirlo. In verità, il Dio che mi guarda aspetta pazientemente la mia fedeltà, per potermi benedire abbondantemente.
La Sacra Scrittura ci rassicura che Dio è alla ricerca di uomini e donne che Gli siano totalmente fedeli e devoti. Perché mai? Perché li vuole fortificare mentre Lo servono.
“Poiché il Signore percorre con lo sguardo tutta la terra per fortificare coloro che hanno il cuore integro verso di Lui”(2 Cronache 16: 9).
I guardrail che rafforzano il nostro impegno
Spesso in tante aree della vita siamo circondati da guardrail e da persone che ci aiutano ad essere responsabili mentre lavoriamo per raggiungere determinati obiettivi. Questi possono essere ad esempio consulenti finanziari oppure personal trainer. Addirittura anche un’app o il nostro FitBit ci possono incoraggiare ad ottenere risultati prefissati. Ciò nonostante siamo online 24 ore al giorno, sette giorni a settimana senza mai essere disturbati o visti da nessuno. Ecco perché i guardrail della responsabilità rivestono un ruolo di enorme importanza: ci fanno capire che è un errore il custodire dei segreti, mantenendo i nostri comportamenti digitali puri e santi, alla luce del sole. Internet riflette la moralità proveniente da chi lo frequenta o dalla folla. Pertanto, per poterla utilizzare nel modo giusto, bisogna controllarla in modo da poter scegliere solo contenuti appropriati. Non sei abbastanza preparato per gestire la tecnologia da solo. Non puoi gestire quello che non conosci.
Sono orgoglioso di avere una forte etica del lavoro e ritengo di essere una persona intraprendente. Mi è sempre piaciuto tenere per iscritto un elenco delle cose da fare, obiettivi da raggiungere. Ho persino aggiunto alla lista delle cose che avevo già realizzato solo per il piacere di poterle poi cancellare.
Recentemente ho ripreso a fare il sondaggio di Tom Rath’s che consiste nell’individuare i propri punti di forza e che aveva in cima alla lista la voce “persona di successo”, uno dei punti forti della mia lista personale.
- Ero stato il miglior studente della mia classe alla scuola superiore.
- Ero stato un grande atleta all’università.
- Mi sono stato laureato con lode ed ero stato borsista presidenziale al college.
- Conoscevo una lingua straniera.
- Ero esperto CPA e consulente di grande aziende.
- Ero un marito amorevole e padre di quattro bambini fantastici.
Ma non ero capace di combattere contro la pornografia online che mi ha dominato per oltre un decennio. Ora mi riferisco ai lettori più giovani: se la vostra mania è fare dei selfie perfetti, oppure siete ossessionati e compulsivi nel tenere aggiornato il proprio profilo social, allora anche voi siete deboli.
Nel suo libro “The Disciple Making Pastor” (“Il pastore discepolo”), Bill Hull scrive sull’importanza della rendicontazione nella preparazione dei nuovi discepoli. Dice:
“Credere di poter fare discepoli o aiutare gli altri a maturare senza che tu renda conto a qualcuno è come credere di poter crescere dei figli senza disciplina, o gestire una società senza regole, o ancora guidare un esercito senza autorità. La rendicontazione è una cosa talmente importante quanto lo sono i binari per i treni.”
Ascoltami bene! Io non sono obbligato ad obbedire a Dio ma devo onorare il Dio che mi vede in ogni momento della mia vita. Non sono obbligato a proteggere i miei occhi dalla sporcizia che circola online. Devo onorare il Dio che mi vede e la mia famiglia con ogni click che faccio con il mouse.
Non sono costretto a proteggere il mio cuore dalla tentazione. Devo invece scegliere di vivere una vita integra perché il Dio che mi vede mi ha scelto prima che io scegliersi di seguire le Sue vie.
EL- ROI, il Dio che mi vede non conta i miei errori ma aspetta pazientemente che io scelga il bene. Nella storia del figliol prodigo leggiamo che Lui è come un padre che si alza in punta dei piedi con la mano sugli occhi, scrutando l’orizzonte, sperando che il figlio ritorni. Quando lo avvista da lontano si mette a correre velocemente verso il figlio che credeva morto ma che ora stava tornando a casa.
Dio è alla ricerca di uomini e donne, giovani e meno giovani, totalmente devoti a Lui. Perché lo fa? Perché vuole fortificare il tuo cuore, edificarti e trasformarti in un uomo forte e impavido oppure in una principessa guerriera e coraggiosa in mezzo ad un mondo pieno di paura e caos. Ecco chi è il Dio che mi vede. E’ lo stesso Dio che vede anche te.
Autore: Chris McKenna