Questa è la prima di una serie di tre parti sulla guarigione del cuore. Durante questa settimana esamineremo gli elementi che ci impediscono di guarire, parleremo in particolare dei muri che costruiamo intorno ai nostri cuori. Agli inizi degli anni 2000 dirigevo un gruppo di sostegno per uomini a Colorado Springs. Una volta arrivò un nuovo ragazzo. Durante gli incontri a tutti gli uomini viene solitamente chiesto di raccontare come affrontano la lussuria, le tentazioni, come curano il loro matrimonio, la loro famiglia ed il loro rapporto con Dio. Quando arrivò il turno del nuovo arrivato egli disse soltanto una frase: “Sono qui per aiutare”. Le spie rosse si sono subito accese.
Era venuto con l’obiettivo di diventare uno dei leader del gruppo. Gli ho spiegato che tutti i membri erano tenuti a condividere la propria storia (non avevo intenzione di affidare il gruppo al primo che lo chiedeva) ma non ha voluto. Ecco una delle sue frasi: “Sono una nuova creatura in Cristo e non ho bisogno di condividere altro…”. Io tuttavia non ho ceduto e alla fine l’uomo raccontò vagamente la sua storia. Le poche informazioni fornite ci hanno fatto capire che la sua vita era un totale disastro. Quella fu l’ultima volta che lo vedemmo.
Aveva costruito dei muri intorno al suo cuore. Il suo ministero era un muro. Anche la profonda conoscenza che aveva delle Sacre Scritture veniva usata per coprire i suoi problemi. Si era presentato all’incontro con una grande Bibbia; sembrava che volesse trasformare il gruppo in uno studio biblico (gli studi biblici sono molto interessanti ma se non vengono sorvegliati diventano una scusa per nascondere i propri peccati). Entrare in un gruppo e voler prendere subito il comando, dicendo agli altri cosa fare, mi sembrava puro narcisismo. Certe persone vogliono essere dei leader per essere stimati e ammirati dagli altri, evitando astutamente di far conoscere il proprio cuore.
La cosa può andare avanti finché Dio non interverrà e farà uscire la verità allo scoperto.
Il cuore si ribella quando è imprigionato dalle tenebre. Non funziona come dovrebbe. Dio ha creato il cuore per riempirlo di una vita abbondante, di luce, di pace, d’amore e di gioia. Questi elementi non riescono a penetrare un cuore murato. Le emozioni represse non muoiono mai. Sono sepolte vive e, prima o poi, usciranno in un modo o nell’altro.
La rabbia è spesso la prima ad emergere. Se chiedi a qualcuno che ha il cuore imprigionato di parlarti delle sue lotte, dei suoi peccati, delle sue ferite o debolezze, diventerà aggressivo. La sua ira prenderà il sopravvento; questa persona si metterà subito sulla difensiva, sperando di non essere smascherata. Se avrà abbastanza tempo a disposizione, riuscirà a diventare un abile narcisista, tesserà una ragnatela di difese che renderà difficile il passaggio ai propri cari. Le cortine di fumo sono la sua specialità. E’ veloce a consigliare gli altri e lento ad aprirsi (tende comunque a non condividere tutto).
La paura, parente della rabbia, è un’altra barriera. Le due cose sono collegate. Trascorrere tanto tempo con una persona arrabbiata ti aiuterà a scoprire la sua vera natura, ti svelerà le sue paure finora nascoste nell’ombra. La paura uccide la fede.
È difficile ricevere il tocco di Dio quando non ci fidiamo di Lui e lo teniamo a distanza.
Di cosa abbiamo paura? Forse di essere feriti da una persona cara, dall’intimità. Molti di coloro che sono stati molestati o abusati hanno il terrore dell’intimità.
Dell’ignoto. Dire che ci fidiamo di Dio è facile; avere invece un cuore tranquillo quando si è in guerra spirituale o quando tutto intorno a noi sta crollando, è un’altra cosa. La paura concede al nostro nemico spirituale una base operativa dove potersi accampare e assaltare il nostro cuore.
Molti hanno paura di rivivere le proprie emozioni soprattutto se legate a ferite non rimarginate. Alcuni passano la vita a murare, a coprire, ad evitare la sofferenza proprio perché non vogliono visitare quei luoghi dolorosi del cuore. E non vogliono farlo nemmeno con Gesù. Finché questi muri non verranno abbattuti, saranno infelici, ricercando continuamente la soluzione nelle cose che non potranno mai soddisfarli o guarirli.
Ci sono brevi momenti in cui la loro vita viene attraversata da un raggio d’amore, ma non sperimentano la gioia o la pace profonda in via continuativa. Il frutto dello Spirito (l’amore, la gioia, la pace…) è qualcosa di cui leggono, ma che raramente assaggiano. Spesso fingono, soprattutto quando sono in chiesa.
Alcuni sono così paralizzati dalla paura che riescono a malapena a pregare, non capendo che la preghiera è l’unico mezzo che li aiuterà a guarire, rendendoli forti spiritualmente. Satana batte facilmente i cristiani che non pregano.
Qualcuno che fa un voto e “decide di non rendersi mai più vulnerabile davanti a un’altra persona, di non correre più questo rischio, per paura di essere maltrattato o ferito”, erige non solo un muro ma addirittura una fortezza nel proprio cuore. Questo voto spalanca la porta al nemico, gli offre un accordo. I voti aprono la porta alla rabbia, alla paura e alla disperazione.
La conoscenza può essere una barriera alla grazia, se costruita dall’orgoglio. Siamo fatti di carne, consapevoli di avere delle idee e opinioni su come dovrebbe funzionare la vita, compresa quella cristiana. Alcuni principi della Bibbia sono solidi come una roccia e non negoziabili (Gesù Cristo è il Figlio di Dio, nato da una vergine, morto su una croce per i nostri peccati, risuscitato tre giorni dopo, la salvezza è solo per fede in Lui, le nostre opere e il frutto della nostra vita sono la manifestazione di questa salvezza). Altri principi invece sono dei veri misteri, delle zone grigie, in cui gli uomini tirano a indovinare e costruiscono, attorno ad essi, dottrine e denominazioni.
Se leggerete le Scritture vedrete che Dio ha l’abitudine di spazzare via la teologia e i preconcetti delle persone. La disgrazia raccontata nel libro di Giobbe, quando i suoi tre amici lo martellano con un dibattito teologico, ne è un esempio. Paolo sulla via di Damasco ne è un altro. Gesù metteva costantemente in crisi i sistemi di credenze degli apostoli. Fa lo stesso con i farisei. La conoscenza che abbiamo della Bibbia e le nostre idee su come debba funzionare la vita, possono far tacere la voce di Dio e causare più danni che benefici. Il problema centrale è il nostro orgoglio, non vogliamo ammettere che la nostra comprensione e le nostre conoscenze sono molto limitate. Così facendo non camminiamo con Dio, non confidiamo in Colui che ha creato la razza umana e ha dato vita alle Sacre Scritture con il suo Santo Spirito.
Oswald Chambers dice: “L’anima di una persona è in grave pericolo quando la conoscenza della dottrina supera Gesù, evitando il contatto intimo con Lui”.
Con il passare degli anni l’orgoglio erige una vera fortezza attorno al cuore. Il voto “Non farò mai…”, esalta sé stesso come dio. Il narcisista si nutre dell’esaltazione del sé. La paura urla dicendo che Dio non è con me, che sono solo, devo quindi prendere nelle mani la mia vita e viverla come mi pare e piace. La fiducia in Dio viene annullata.
La rabbia esplode quando l’io viene offeso, quando non viene venerato, apprezzato o amato come l’io esige. O quando qualcuno osa insinuare che è stato commesso un errore.
L’amarezza è una barriera che avvelena la grazia. “Non perdonerò”… e “Non chiederò perdono”, sono le su frasi preferite. L’amarezza renderà il tuo cuore duro come una pietra e ti rovinerà la vita, se le permetterai di albergare in essa troppo a lungo.
Un altro muro è il peccato. Non ci si può aggrappare al peccato e a Dio allo stesso tempo, così come una persona sposata non può avere una relazione extraconiugale e fingere di non averla.
Quello che molte persone non capiscono quando costruiscono dei muri è che:
1. Stanno uccidendo il loro cuore, impedendogli di guarire, di vivere e ricevere l’amore che offre Gesù.
2. Stanno dando al nemico il potere di influenzare la loro vita.
3. Le loro mura non offrono alcuna protezione, che si tratti di momenti di shock, di sofferenza o difficoltà.
4. Stanno ferendo i propri cari.
5. Stanno impedendo una vera intimità del cuore con Dio.
Nella mia vita ho dovuto abbattere tutti i muri di cui ho scritto qui sopra. Posso confermarti, per esperienza personale, che erigere barriere è pericoloso, distruttivo. Non si vive più. Ogni volta che è stato abbattuto uno di questi muri e la verità è venuta fuori, Dio è apparso e ha riempito quello spazio del mio cuore con la Sua vita, il Suo amore, la Sua pace, la Sua gioia, la Sua forza e il Suo coraggio. Il Suo Spirito vive in me, Egli è in grado di fare molto più di quanto potrei fare io da solo.
Una delle sfide più grandi che ho nel lavorare con le persone è aggirare i loro muri. Alcuni hanno fabbricato sistemi di difesa molto elaborati, nel corso degli anni. Altri sono maestri della cortina fumogena: predicano usando delle parole dolci con lo scopo di deviare, giustificare, abbagliare e confondere. Ho visto delle persone con cui ho lavorato uscire dal mio ufficio furiosi quando è stato toccato il tasto dolente del loro peccato nascosto.
Ma ho promesso di non arrendermi. Dio non ha problemi ad abbattere le mura del “loro Gerico”. Spesso il mio ruolo è quello di pregare per la loro guarigione. A volte, lo ammetto, un grande dolore inviato da Dio è necessario.
Ciò che è pericoloso, rischioso, a volte tragico, è che Dio dà a tutti una scelta. Possiamo ascoltare i suoi saggi suggerimenti di arrenderci a Lui, aprendogli il nostro cuore, oppure possiamo ignorarlo e continuare ad ammassare i mattoni.
“Perciò, come dice lo Spirito Santo, “Oggi, se ascoltate la sua voce, non indurite il vostro cuore come nella ribellione, nel giorno della prova nel deserto, dove i vostri padri mi misero alla prova
e videro le mie opere per quarant’anni. Perciò fui provocato da quella generazione, e dissi: “Si smarriscono sempre nel loro cuore; non hanno conosciuto le mie vie”. Come ho giurato nella mia ira, Non entreranno nel mio riposo”. Ebrei 3:7-11
Lo so, noi cristiani moderni dovremmo essere positivi, incoraggianti e fedeli all’amore di Dio. Ma se restiamo in silenzio e non avvertiamo le persone che stanno andando nella direzione sbagliata, non diventiamo forse colpevoli davanti a Dio? Uno dei motivi per cui molte persone si allontanano dalla Chiesa è che non li seguiamo, consigliandoli in modo corretto, e non li aiutiamo ad affrontare le lotte e le intense battaglie che combattono, indirizzandoli verso Dio. La lettera agli Ebrei è indirizzata alla chiesa; la morale è che se lasciamo che il cuore si raffreddi saremo in grande pericolo, se continueremmo a percorrere la strada del peccato ci pioveranno addosso gravi conseguenze.
“Chi viene spesso rimproverato, eppure irrigidisce il collo, si spezzerà all’improvviso e non potrà più guarire”. Proverbi 29:1
Immagino che alcuni di voi stanno soffrendo (alcuni di voi conoscono, o forse sono sposati con una persona di cuore duro). Tuttavia sono sicuro che nonostante il vostro cuore sia duro, morite dalla voglia di conoscere la via della guarigione. Forse vi siete stancati di vestire i panni del bravo credente, o di frequentare altri che lo fanno. Oppure vi è capitato di leggere gli avvertimenti di Dio sopra citati e vi siete resi conto di dover abbattere dei muri e vi sentite pronti a cambiare ed iniziare il percorso della guarigione. È una cosa bellissima! Dio vi tende la mano proprio ora.
“I sacrifici di Dio sono uno spirito spezzato; un cuore rotto e contrito, e Dio, non lo disprezza”.
Salmo 51:17
“Vi darò un cuore nuovo e metterò in voi uno spirito nuovo; toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”. Metterò il mio Spirito dentro di voi e vi farò camminare nei miei statuti, osserverete i miei giudizi e li metterete in pratica”. Ezechiele 36:26-27
Gesù vuole restaurare il tuo cuore, non distruggerlo. È venuto per liberare, guarire e dare nuova vita ai prigionieri. Egli ammorbidisce i cuori duri. Ricordate come Paolo si è avvicinato a Cristo? Quando Gesù è intervenuto il cuore di Paolo era duro come la roccia, per via dell’amarezza e dell’orgoglio che abitavano in lui. Se vi sentite pronti ad iniziare il processo di guarigione, ecco una preghiera da offrire al Signore. Modificatela, se volete, a vostro piacimento.
“Signore Gesù, ho bisogno di Te! Confesso di aver vissuto la vita a modo mio, alle mie condizioni.
Consegno la mia vita ed il mio cuore nelle Tue mani. Rinuncio alle mie mura di… (confessa i “nomi delle mura” che hai costruito attorno al tuo cuore). Ti prego Dio, vieni e abbattili tutti quanti.
Confesso i miei peccati d’orgoglio, di eccessiva fiducia in me stesso, di paura, di lussuria, di amarezza (aggiungi altri peccati contro i quali stai lottando) e rinuncio al terreno che ho dato al nemico. Ti prego, Signore Gesù, vieni a scacciare via il nemico dal terreno che gli ho concesso, attraverso i miei peccati. Ti invito ad entrare in ogni area del mio cuore. Purificalo con il tuo sangue prezioso. Ti prego guariscimi completamente. Convincimi di tutti i miei peccati.
Ti prego porta la guarigione a tutti coloro che ho ferito e mostrami se vuoi che io faccia qualcosa. Ti prego indicami il passo successivo. Ti amo Gesù. Voglio conoscerti di più. Rivelati a me. Nel nome di Gesù, Amen”.
Anche se vi sembra di essere in un buon punto, non sarebbe male fare questa preghiera. Man mano che approfondiamo il nostro rapporto con Dio, Egli ci fa vedere gli strati profondi del nostro cuore che vuole “pulire”. Vi suggerisco di iniziare subito a pregare, per dare inizio al processo di guarigione e permettere a Dio di lavorare in queste aree. Condividete le vostre difficoltà con un amico e chiedetegli di pregare per la vostra guarigione (Giacomo 5:16).
In conclusione, la preghiera sopra citata invita a consegnare il nostro cuore e la nostra vita nelle mani di Dio. Cantare “Mi arrendo a te, Signor” in chiesa è facile. Invitarlo invece in ogni area del proprio cuore, comprese quelle che abbiamo paura di affrontare, richiede grande coraggio.
Autore: Mike Genung