La grande fuga
Il comportamento sessuale indesiderato è una fuga ma anche un ritorno a un veleno che ci risulta familiare. Se la tua vita è piena di fallimenti, mancanza di motivazione, sensi di colpa, sentimenti di sopraffazione e ansia, ovviamente avrai il desiderio di fuggire dalla realtà. Questa fuga dalla realtà è definita dissociazione. La dissociazione depressurizza il difficile lavoro che sarebbe necessario fare per diventare degli adulti maturi e competenti.
Dissociazione è un termine psicologico usato per descrivere la disconnessione dal pieno coinvolgimento con il proprio corpo e i rapporti interpersonali intorno a sé. La dissociazione di solito è qualcosa che un individuo mette in atto fin dall’infanzia. Pensa alle ore che hai passato davanti alla TV, ai videogiochi e su Internet prima di diventare adulto. Per molte persone, le distrazioni della tecnologia sono più frequenti di un impegno profondo e amorevole in relazioni interpersonali significative.
Noi sperimentiamo questi momenti dissociativi ogni giorno e in quasi tutti i contesti. Ricordo una cosa che facevo quando i miei figli erano piccoli: mi sdraiavo sul pavimento accanto a loro. Per un po’ me ne stavo lì a fissare il loro viso, rispecchiando i loro sorrisi e facendo eco alle paroline che tentavano di dire. Pochi secondi dopo, stavo guardando il cellulare che avevo messo dietro la loro testa, controllando la posta elettronica, scorrendo il mio account Instagram e vedendo quanti “mi piace” aveva ricevuto un mio recente post su Facebook. La dissociazione ci seduce e ci porta fuori dal momento presente per farci entrare in un mondo di distrazione, che però è privo di senso.
La dissociazione diventa più complessa quando è intessuta nell’eccitazione sessuale. Quando lavoro con coppie che tentano di ricostruire il loro matrimonio dopo gli effetti dirompenti di una relazione extraconiugale, della scoperta della dipendenza dalla pornografia o dal sesso a pagamento, finiamo sempre per iniziare a parlare dei particolari della loro vita sessuale, dai momenti iniziali di eccitazione fino ai momenti di riposo dopo l’orgasmo. Ciò che accade tra le due persone in questi momenti rivela e predice la qualità della loro vita sessuale. Per la maggior parte delle coppie, anche se i loro corpi sono intrecciati insieme, ciò che avviene nella mente dell’uno e dell’altra è lontano anni luce.
Molti uomini esprimono rabbia nei confronti della moglie per la sua apparente volubilità nel desiderio, ma sotto la superficie si tratta in realtà di una forma di intimidazione che percepiscono. Un uomo riconosce per intuito che il desiderio di una donna è molto più profondo e complesso del suo. Certo, la donna può avere degli alti e dei bassi nel desiderio sessuale, ma il desiderio che lei ha di un’intimità totale spesso supera di gran lunga il suo. Messo davanti a questa realtà, un marito può vedere la questione come un invito alla crescita personale e relazionale, oppure ritrovarsi arrabbiato e deluso per il fatto che l’eccitazione di sua moglie non funziona come in lui, che è maschio. Se vogliono cambiare, gli uomini devono passare dall’atteggiamento di biasimo a un’accettazione dell’opportunità di crescere.
Molto spesso gli uomini tendono a nascondersi e a incolpare la donna per evitare la necessità del cambiamento. È probabile che gli uomini che hanno avuto delle madri esigenti o che si lasciavano andare a un atteggiamento eccessivamente intimo con loro percepiscano la moglie in modo simile. Forse dal punto di vista cognitivo sanno che la moglie non è la madre, ma emotivamente hanno maggiori difficoltà a capire la differenza. Non di rado gli uomini che hanno sperimentato l’abbandono o il disimpegno dei genitori proiettano costantemente queste dinamiche sulle loro mogli. Il problema in questo caso, però, non è che l’uomo sia stato ferito da una figura genitoriale; ma piuttosto che insiste nel creare una relazione interpersonale in cui può usare il biasimo per la moglie per evitare di maturare.
La maggior parte degli uomini ha la sensazione intuitiva che avere una maggiore sintonia e gioia con la partner migliorerebbe notevolmente la loro vita sessuale. Eppure, questi uomini cadono nella trappola di sentirsi di potere o arrabbiati se lo fanno. Molte mogli, nonostante il fastidio provato, sanno che costerà troppo chiedere ai loro mariti di offrire qualcosa di diverso, come impegnarsi di più, rispettarle di più e tenere vivo un contatto profondo. Una donna sa che quando non soddisfa il desiderio del marito di un piacere semplice e lineare con tutta probabilità lui uscirà di casa per andare a fare “un giro”, oppure mostrerà un atteggiamento biasimo da cui si sentirà intossicata. Quando una coppia non si impegna con gioia, affetto e passione individuale, entrambi saranno tentati di fuggire in storie di eccitazione private.
Pertanto, un marito o una moglie possono essere fisicamente uniti con il proprio coniuge ma fusi emotivamente e spiritualmente con qualcun altro in una fantasia. Non di rado uomini e donne fanno diventare realtà una fantasia con un ex amante o un/una collega dell’ufficio. E se un partner fa uso di pornografia, in tale occasione lui o lei potrebbe riportare alla mente le immagini viste di recente. La maggior parte delle persone non va affatto fiera di queste fantasie, ma in un certo qual modo si sente giustificata perché il suo coniuge non è l’amante che lui o lei desidera. La dissociazione nel matrimonio ti porta a lasciare le difficili realtà relazionali del presente e a sfuggire in un’eccitazione di fantasia in cui sei tu che hai il controllo, sei apprezzato e i tuoi presunti diritti sono riconosciuti.
Alcune forme di dissociazione (come ad esempio la fantasia di commettere adulterio), in certa misura sono presenti in ogni matrimonio. Non è una cosa da cui bisogna per forza sentirsi condannati o provare vergogna. La dissociazione è un’opportunità per implementare quella che Gesù chiama metanoia, parola che i miei amici teologi dicono sia purtroppo tradotta come “pentimento”. La definizione migliore sarebbe una svolta o rivoluzione (meta) nella mente o nella coscienza (nous). Il culmine della teologia di Paolo in Romani 12 (versetto 2) è una chiamata a essere “trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente” (di nuovo, la parola nous).
Il matrimonio mette costantemente in luce il fatto che la nostra mente è molto più impura di quanto avremmo mai pensato. Ma, cosa ancora più importante, ci dà anche l’opportunità di rinnovarla. La fedeltà coniugale non si basa sull’assenza di fallimento, bensì sull’impegno persistente a rinnovare la nostra mente. La scelta di pentirsi crea la possibilità che aumenti l’integrità personale e avvenga una crescita relazionale. Più riconosciamo il nostro bisogno di Gesù, più cresciamo.
Autore: Jay Stringer (ha scritto il libro Indesiderati)