Ecco il motivo per cui cadevo sempre nella sua trappola
C’è un evento storico che illustra la mia dipendenza dalla pornografia. Durante una rapina in una banca di Stoccolma, in Svezia, nel 1973, alcuni rapinatori tennero in ostaggio delle persone per sei lunghi giorni. Durante il sequestro, accadde un fatto molto curioso: gli ostaggi iniziarono a mostrare simpatia verso i loro rapitori. Dopo il rapimento uno degli ostaggi divenne addirittura amico di uno dei rapinatori. Il criminologo che collaborò con la polizia per risolvere questo caso, coniò il termine “Sindrome di Stoccolma”, per descrivere il legame che si era creato tra ostaggi e rapitori.
La schiavitù dalla pornografia si basa su meccanismi identici.
Sebbene vi sia un’ampia discussione sull’esatta natura di questo fenomeno, sono stati segnalati diversi casi in cui alcuni ostaggi sembravano creare forti legami emotivi con i loro carnefici, per generare meccanismi di difesa.
Israele brama l’Egitto
Sintomi simili alla sindrome di Stoccolma possono essere riscontrati negli atteggiamenti degli israeliti durante gli anni passati nel deserto.
Avevano visto Dio aprire il Mar Rosso. Erano passate poche settimane e stavano già mormorando contro di Lui, quando avevano finito le provviste. Pensavano a come vivevano in Egitto, al pane, alle pentole piene di carne (Esodo 16:1-3).
Ma non erano queste le stesse persone che gemevano a causa della loro schiavitù (Esodo 2:23)? Perché allora si ricordavano delle pentole di carne, invece della crudeltà dell’Egitto, dei loro supervisori, dei pesanti fardelli, dei secoli di fatica mentre fabbricavano mattoni sotto il sole cocente, dello spietato massacro dei loro figli?
La mia voglia di porno
Io stesso mi considero colpevole della stessa follia quando si tratta dei miei peccati, come ad esempio il legame che ho avuto con la pornografia.
Lo ammetto, quando ero sobrio, mi rendevo conto di quanto fosse brutto essere diventato dipendente dalla pornografia. Ma vi confesso anche che ci sono state molte volte in cui sono tornato al porno, come un cane al suo vomito. Pensavo a soddisfare solo la mia voglia, ero insensibile alla vergogna e tanto meno avvertivo l’oppressione della mia dipendenza. Forse è meglio dire che un po’ mi vergognavo, ma non in modo eccessivo.
Qualcosa dentro di me bramava la dipendenza dal porno, volevo essere il suo schiavo, il suo prigioniero.
Bramare la dipendenza dalla pornografia?
Nel corso degli anni, ho riflettuto molto su questa domanda, ed ecco, vi elenco le mie osservazioni…
Di chi ti fidi?
Dio ha fatto ad Israele molte promesse di liberazione. Se avessero creduto, Egli li avrebbe fatti uscire dalla schiavitù d’Egitto, verso una terra piena di benedizione. Ma «il messaggio che ascoltavano non giovò loro a nulla, perché non credevano a quello che ascoltavano» (Ebrei 4:2).
Infatti, quella generazione morì nel deserto, proprio perché non aveva confidato in Dio.
Non era vero che l’Egitto fosse un posto migliore del deserto. In qualche modo, fidarsi degli schiavisti egiziani era più facile che fidarsi di Dio. Sicuramente, l’Egitto era un luogo crudele, ma almeno era qualcosa di prevedibile.
Anche a me è successa la stessa cosa. La schiavitù dal porno non era allettante in sé, ma era più facile per me appoggiarmi ad essa, che fidarmi di Dio. Certo, conoscevo la crudeltà della verga del padrone degli schiavi, ma almeno davanti allo schermo del mio computer, sapevo cosa aspettarmi. Comprendevo benissimo che nel deserto della fede mi sarebbe stato chiesto di morire ai miei desideri egoistici e carnali, per poter entrare nell’imprevedibilità della guida dello Spirito di Dio.
Poi, per liberarmi definitivamente dalla mia dipendenza, dovevo confessare il peccato di incredulità nei confronti del Signore.
Cammino verso la Terra Promessa confidando in Dio
Ogni volta che mi sentivo inadeguato o rifiutato, mi veniva facile desiderare le “pentole di carne”, offerte dalla pornografia.
Lì, in quel mondo fantastico, non sono mai stato rifiutato. Ma Dio voleva che mi pentissi dal desiderio di piacere alle persone. Egli mi stava chiamando a fare qualsiasi cosa alla Sua gloria (1 Corinzi 10:31). La sua approvazione era di gran lunga migliore di quella delle donne che vedevo sullo schermo.
Ci sono stati momenti in cui mi sono sentito particolarmente solo. Ero a casa, mentre i miei amici uscivano con le loro bellissime mogli, desiderando ardentemente le emozioni che il porno mi avrebbe regalato, bramando l’illusione di una fugace intimità. Ma Dio mi chiamava a fidarmi di Lui, di correre il rischio di entrare nell’intimità divina, con una persona reale. Dio può tutto. Egli prenderà tutte le mie relazioni, incluse quelle fallite, e le userà per rendermi conforme all’immagine di suo Figlio (Romani 8:29).
Ci sono state delle notti in cui ho sentito tanta rabbia verso Dio. Del resto, Egli non mi aveva dato né il coniuge che mi “meritavo” né la vita che disperatamente desideravo.
Ritornavo alla schiavitù dell’Egitto semplicemente per fare un dispetto a Dio, poiché non aveva realizzato i miei desideri. Dicevo : “Va bene Dio, se tu non mi dai ciò che voglio allora me lo prenderò da solo”.
Ma Dio, come un Padre amorevole, mi ha chiesto di smettere di comportarmi come il fratello maggiore, nella parabola del figliol prodigo (Luca 15:29-31), come se Egli non mi “dovesse” qualcosa.
Quando mi sono trovato nel deserto, Dio mi ha insegnato che non si relaziona in questo modo ai Suoi figli. Come Padre, mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso. Egli sa esattamente quali benedizioni sono le migliori per me, nel Suo tempismo perfetto.
E come un Padre amorevole, parlò teneramente al mio spirito, dicendomi: “Tutto ciò che ho è tuo”.
Bramare la Terra Promessa
L’unica cosa che può “curare” la nostalgia per l’Egitto è nutrire la voglia di entrare nella Terra Promessa. Devo iniziare a credere che tutto ciò che Dio mi offre, anche quando non comprendo, è migliore delle false promesse che offre il porno.
So per certo che finché non entrerò in quella terra, l’Egitto sarà ancora parte della mia vita.
Essendo stato uno schiavo, porto ancora le cicatrici delle fruste del mio ex padrone. Sono cosciente che, nei momenti difficili, potrò essere attratto di nuovo dal ricordo della “carne” che mangiavo una volta.
Ma Dio mi nutre ogni giorno con la manna celeste, attraverso il sacrificio di Cristo sulla croce. Mi ha fatto assaggiare il latte ed il miele. E mi ha fatto incontrare dei compagni di viaggio che mi ricordano costantemente che stiamo tornando a casa del Padre.
Autore: Luke Gilkerson