Dio vuole che lo conosciamo. Desidera anche che cresciamo nella Sua immeritata grazia. È come se stesse dicendo: “Io ti amo, voglio conoscerti e desidero che anche tu lo faccia. Voglio che tu impari cosa significhi camminare nella mia grazia e nel mio amore”.
Questo dovrebbe farci sentire sollevati. Alcuni hanno cercato per anni di “essere abbastanza buoni per Dio”, fallendo miseramente. Hanno fatto tutto il possibile, hanno avuto anche “un buon ministero”, eppure c’è ancora un concetto che non abbiamo preso in considerazione. Dio non dice di “crescere in buone opere”, o cercare di raggiungere la perfezione religiosa; Egli ci comanda di conoscerlo e crescere nella Sua grazia.
Questo non è sempre il messaggio che riceviamo dall’uomo. Fin dall’infanzia a molti di noi è stato insegnato che: “Per piacere a Dio, si deve rigare dritto, obbedire, tacere e farlo bene”. In alcuni casi, il messaggio che abbiamo ricevuto era che qualsiasi cosa facessimo, era impossibile accontentare le persone.
Poi arriva Dio e ti dice: “Io conosco i tuoi difetti, la tua concupiscenza, le tue paure; il tuo orgoglio. So tutto quello che hai fatto, le cose buone, o quelle cattive. Voglio che tu mi conosca e che sappia che ti voglio inondare di benedizioni”.
Non calcola. “Uhhh, ok Dio, fammi capire… la mia Bibbia dice che sei un Dio d’amore, Efesini dice che sono stato scelto, ma lo scorso fine settimana il mio pastore ha detto che se non riesco a portare i perduti a Cristo, allora sono tiepido. Cosa devo fare per farti piacere?”.
Il Signore risponde: “CONOSCIMI”.
A volte in chiesa, quando ascoltiamo la predicazione, abbiamo la tendenza di trasformare le cose più semplici in cose molto complesse, creando una gran confusione dentro di noi. Dio vuole semplicemente che tu lo conosca. Non stiamo parlando di misticismo, né di teologia profonda. Non si tratta di memorizzare le Scritture (anche se è una buona cosa), o entrare in dibattiti senza fine riguardo alla predestinazione, al libero arbitrio, al rapimento della Chiesa, pre o post-tribolazione, o altre teorie teologiche. Si tratta solo di un uomo che entra in presenza del Suo Creatore, si siede ai Suoi piedi e gode una dolce amicizia insieme a Lui.
I farisei trascorsero la vita a studiare le Scritture, eppure Gesù disse loro: “Le prostitute entreranno nel Regno di Dio prima di voi” (Matteo 21:31). Questo dovrebbe infondere una forte speranza in chi è caduto rovinosamente a causa del peccato sessuale. La tua vita può essere molto complicata, ma l’invito di Dio di conoscerlo rimane sempre valido.
Cresciamo nella grazia quando conosciamo personalmente Dio, accettiamo il Suo amore, i Suoi doni, il Suo perdono, la Sua benevolenza e compassione. Mentre la Sua grazia meravigliosa fa strada nel nostro cuore, avviene un cambiamento radicale nella nostra vita. Ora conosciamo con gioia la pura verità: sappiamo di non dover fare più nessuno sforzo per realizzare ciò che Egli ci ha già dato, di non cercare più di guadagnare con le nostre forze ciò che è impossibile.
Man mano che cresciamo nella grazia, inizieremo a provare piacere anche nel donarla. Se qualcuno ci offende, noi, che siamo stati perdonati così tanto, avremo meno motivi per provare rancore nei suoi confronti. E se falliremo, lo confesseremo, ma questa volta saremo meno propensi a sguazzare nella vergogna e riceveremo più rapidamente il perdono di Dio, per poter andare avanti. Non c’è bisogno di nuotare nel fango quando Gesù ha già pagato il prezzo per i nostri peccati.
Crescere nella conoscenza e nella grazia di Dio non è un evento occasionale, bensì un processo che dura per tutta la vita. Abbiamo bisogno di Lui giorno dopo giorno.
Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)