Ho trascorso anni cercando di vincere la lussuria con le mie forze. Oggi la ritengo una follia; la mia carne era corrotta, e io, cercavo di combattere il peccato con essa stessa. Risuscitare Lazzaro dai morti sarebbe stato più facile.
Parte del mio problema era che tutto ciò che sapevo, faceva riferimento ad una sola convinzione. “Sii un buon cristiano”, ci veniva detto in chiesa, e quindi ho dato il massimo per esserlo. Ma non funzionò. Più cercavo di frenarla, più la lussuria diventava abile nel governare la mia vita.
L’orgoglio mi ha ostacolato molto. Volevo avere il controllo della mia esistenza e liberarmi dal peccato. Ho fatto dichiarazioni audaci, giurando di non cadere mai più nelle grinfie del peccato, per poi fallire di nuovo miseramente.
Mi viene in mente il mio apostolo preferito.
Quando Gesù disse a Pietro che lo avrebbe negato tre volte, lui rispose: “Quand’anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò” (Matteo 26:35). Ore dopo, accadde il più grande fallimento pubblico di tutti i tempi di uno dei discepoli di Cristo, riportato poi nelle Scritture. Pietro però non fu l’unico a rispondere a Gesù in questo modo. Matteo 26:35 termina con: “E lo stesso dissero pure tutti i discepoli”. Invece di negare Cristo con le loro parole, lo fecero con i piedi, abbandonandolo al momento dell’arresto. Fidarsi della carne è come appoggiarsi su una stampella rotta.
Quindi, come possiamo combattere contro il peccato?
Questi versetti ci forniscono la risposta:
“Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio, dice il Signore degli eserciti.”
Zaccaria 4:6
“Infatti le armi della nostra guerra non sono carnali, ma hanno da Dio il potere di distruggere le fortezze, poiché demoliamo i ragionamenti e tutto ciò che si eleva orgogliosamente contro la conoscenza di Dio, facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo…”
2 Corinzi 10:4–5
Possiamo vincere il peccato con il potere dello Spirito di Dio, non con le nostre forze. La fede, la concentrazione e la verità sono i cardini della vittoria. Indipendentemente dai nostri sentimenti, dobbiamo scegliere di credere che Dio è disposto ed in grado di liberarci da ogni tentazione. Concentriamoci dunque su di Lui, chiedendogli ogni momento di donarci la forza per andare avanti. Poiché sappiamo che la forza della nostra carne si inaridisce e addirittura si scaglia contro di noi in battaglia; dobbiamo dunque rifiutarci di fare affidamento su di essa.
Imparare ad appoggiarsi a Dio richiede tempo. Viviamo in una società egocentrica, dove quel che conta è il successo.
La Parola di Dio capovolge questa dottrina quando afferma: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto, perché senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15:5).
Dio ti offre oggi le armi del Suo potere divino. Che tu possa rallegrarti mentre scopri come usarle.
Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)