Incoraggiare gli altri è una gioia semplice, che ci regala soddisfazione, aiutandoci a distogliere l’attenzione da noi stessi. Quando ho una brutta giornata è incredibile come le parole e la gentilezza inaspettata di un amico possano risollevare il mio spirito.
Il percorso verso la guarigione dalla schiavitù del peccato sessuale include la sostituzione della “gioia” che proviene dalla lussuria, con altre cose. Incoraggiare gli altri è un’ottima terapia sostitutiva.
Qualche tempo fa, durante una riunione della mia famiglia, ho deciso di dire a ciascuno qualcosa che apprezzavo in loro. Non ho esagerato; ho soltanto elogiato un aspetto del loro carattere, o qualcosa che avevano fatto di recente, portando benedizioni ad un’altra persona. Mentre giravo per la stanza, i loro volti si illuminavano; le mie parole avevano toccato i cuori.
Le parole sincere e incoraggianti basate sui fatti hanno un forte effetto sugli altri. Se dico a mia moglie che è una grande giocatrice di calcio (a lei non piace lo sport), potrebbe arrabbiarsi e persino pensare che la stia prendendo in giro. Ma se le dico che apprezzo il duro lavoro che fa ogni giorno per servire la nostra famiglia e che sono benedetto per il cuore umile che ha, sicuramente si sentirà apprezzata e incoraggiata, anche perché i nostri figli raramente la ringraziano spontaneamente. A volte sente che il suo duro lavoro passa inosservato, o non viene apprezzato. I nostri familiari hanno bisogno di ascoltare parole incoraggianti.
Così come ne hanno bisogno anche i pastori della nostra chiesa, i collaboratori, il nostro datore di lavoro, i nostri impiegati e amici. Un mio amico, anziano di una chiesa, mi confidò di essere rimasto colpito dalle numerose lamentele della congregazione. Non vorrei essere nei panni di un pastore che ha un gregge di pecore che belano di continuo; ne sarei logorato.
Dio ci comanda di incoraggiarci ed edificarci, perché abbiamo bisogno gli uni degli altri. La premura dei miei amici mi consola, specie se mi sento invaso dalla disperazione, o dallo scoraggiamento. Quando mi forniscono soluzioni a cui non avevo pensato, cresce in me la speranza, soprattutto se mi sento come un “bicchiere mezzo vuoto”.
Ecco alcune idee su come possiamo incoraggiare qualcun altro:
- Presentati e ascolta. A volte la nostra semplice presenza dimostra che ci preoccupiamo per lui.
- Scrivi un biglietto di ringraziamento, un email o una lettera.
- Sii sensibile al suo stato d’animo e offriti di ascoltarlo, o digli qualche parola gentile, se è giù di morale. Invitalo a pranzo se serve.
- Chiedigli come pregare per lui.
- Chiedi a Dio di suggerirti un versetto per lui e poi scriviglielo su un pezzo di carta.
- Se l’altra persona è sovraccarica di lavoro, aiutala senza che te lo chieda.
- Usa delle parole incoraggianti mentre parli con lui.
- Invita un’altra persona ad incoraggiarlo e rincuorarlo.
- Se hai figli, scrivi una benedizione come facevano i padri dell’Antico Testamento, firmala, mettila dentro una cornice e appendila nella loro stanza.
- Se i tuoi genitori sono ancora vivi, scrivi loro una benedizione e trasformala in una targa. So per esperienza che chi era nato durante il boom demografico nel dopoguerra e le vecchie generazioni, non hanno ricevuto una benedizione dal padre. Personalmente ho scritto una benedizione per mia moglie, per i miei figli, per i miei genitori e quelli di mia moglie. Lasciare alla tua famiglia una benedizione scritta li incoraggerà per anni.
Autore: Mike Genung (tratto dal libro “100 giorni di Cammino verso la grazia”)